Honduras, la tragedia del Bajo Aguán
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Rabbia contadina nel Bajo Aguán
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DENUNCIA URGENTE
Rabbia contadina nel Bajo Aguán
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Repressione in Bajo Aguán: Brigata Internazionalista fermata dai militari
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Attraverso questo mezzo vogliamo denunciare che oggi, 19 febbraio, verso le tre del pomeriggio, la Brigata Internazionale di Solidarietà che si stava mobilitando per realizzare un'attività di questo incontro, dalla città di Tocoa alla volta dell'impresa contadina Rigores, fu fermata da un gruppo di tredici membri dell'esercito honduregno. La delegazione era composta da sei veicoli, con a bordo un consistente numero d’internazionalisti partecipanti a quest’attività, brigatisti volontari d’osservazione dei diritti umani ed un gruppo numeroso di compagne e compagni degli insediamenti.
Nell’operazione sequestrarono i documenti a tutte le persone e fecero scendere il compagno che era alla guida accusandolo di essere un delinquente; quando i giornalisti internazionali stavano scattando foto della scena, uno dei membri dell'esercito minacciò di toglier loro gli strumenti di lavoro. I militari erano fortemente armati con fucili d’assalto M-16 e procedettero a sequestrare il documento del conducente dell'unità di trasporto. Facendo scendere i membri dalla brigata, i militari li mettevano a mani in alto e contro l'unità, perquisendoli minuziosamente. La detenzione durò circa 20 minuti. L'azione fu diretta chiaramente contro i compagni di Marañones e, come manifestato dagli agenti, ebbe lo scopo di trattenere illegalmente l'autista, il compagno Gerardo Argueta, coordinatore dell’insediamento Marañones e del MUCA margine sinistro, che ha già ricevuto serie minacce.
Da questa piattaforma, riunita per la difesa dei diritti umani, allertiamo l'opinione pubblica nazionale ed internazionale su questo fatto e su quelli che possono seguire. Ha richiamato l'attenzione il fatto che, durante questi giorni, siano diminuiti gli operativi militari, ma non mettiamo in dubbio che con la partenza degli internazionalisti la repressione contro i nostri compagni e compagne probabilmente aumenterà. Questo messaggio serva anche per mettere in evidenza la farsa racchiusa nella presunta soluzione al conflitto dell'Aguàn, tanto reclamizzata dal regime.
Ci teniamo in all'erta ed in continua lotta.
Tocoa, Colòn, 19 febbraio 2012
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DICHIARAZIONE INCONTRO INTERNAZIONALE
PER I DIRITTI UMANI IN SOLIDARIETÀ CON L’HONDURAS
Tocoa, Bajo Aguàn, Colòn, Honduras - dal 16 al 20 febbraio 2012
Col dolore nel cuore indignato per gli ultimi avvenimenti accaduti a Comayagua, Comayaguela, ed El Progreso, in cui gli incendi, che hanno posto fine alle vite ed ai sistemi di lavoro di centinaia di persone, ci fanno pensare a piani di orrore contro il popolo, ci siamo riuniti a Tocoa, sotto il sole che annuncia un'estate ardente, con l'inesauribile coraggio della ribellione e della solidarietà: oltre mille persone da nord a sud, includendo molti paesi della Nostra America e attivisti d'Europa, Stati Uniti e Australia. Sono giunti al nostro Incontro centinaia di saluti di persone e d’organizzazioni di tutto il continente, per rendere presente la loro solidarietà.
Alla presenza di un’ampia diversità di movimenti sociali, iniziative organizzative, culturali, artistiche e politiche nazionali, che si sono mobilitate da differenti località del paese, per fare propria la convocazione e gli obiettivi dell'Incontro Internazionale per i Diritti Umani in Solidarietà con l’Honduras, per quattro giorni si sono realizzati eventi di discussione, denuncia, scambio, dibattito e proposte, che rendiamo pubbliche attraverso questa Dichiarazione.
Diamo inizio alle nostre parole facendo largo alla MEMORIA viva delle donne e degli uomini che hanno lottato e offerto le loro vite, e che oggi sono già parte del nostro cammino verso la giustizia... Ad esse ed essi, il nostro omaggio. Ai loro familiari, amici e compagni diciamo che non li dimentichiamo, che le loro parole vivono nelle nostre lotte, che continuano con tutte le voci e tutte le nostre mani.
L’Assemblea abbraccia ogni bambina ed ogni bambino degli insediamenti contadini di questa zona, che nel loro seminario hanno affermato di voler vivere senza paura, avere case sicure con molto cibo, scuole dipinte e giocare tanto, tanto, tanto. Ci IMPEGNAMO a continuare la lotta per l'infanzia di questo paese e del mondo.
Dal seminario su “Corpi, lotte e resistenze delle donne”, si richiede con forza d’appoggiare il crescente movimento delle donne che in questa zona, in questo paese ed in tutto il mondo lotta contro tutte le forme di violenza ed aggressione contro le donne in quanto tali, fuori e dentro le organizzazioni e le mura domestiche. S’incoraggia la loro partecipazione in tutti gli spazi e movimenti come soggetti protagonisti, con risorse finanziarie ed il potere di prendere decisioni e non solo come cuoche e madri di famiglia.
Ancora una volta, e con potente voce collettiva, DENUNCIAMO al mondo la crescente ed inarrestabile violazione dei Diritti Umani in Honduras, espressasi in tutta la sua crudezza attraverso le e i portavoce di una gran quantità d’organizzazioni di difesa della vita e della giustizia. In particolare abbiamo ascoltato molteplici testimonianze di donne e uomini, di bambine e bambini della zona del Bajo Aguán. La guerra contro il popolo dell’Honduras, che si è scatenata con furore a partire dal Colpo di Stato, si manifesta con assassini, persecuzione, criminalizazzione di azioni organizzative, sequestri, aggressioni sessuali contro le donne, clima di terrore intenzionalmente rivolto contro bambine e bambini che vivono negli insediamenti e comunità contadine in lotta, attentati contro mezzi di comunicazione popolare, incarceramento, esilio, ed ultimamente attentati incendiari contro varie popolazioni del paese. In maniera particolare vogliamo DENUNCIARE e porre in all'erta rispetto all'enorme pericolo, viste le minacce dirette, di sgombero forzato contro la comunità di Rigores, e la crescente e rafforzata militarizzazione che vive la comunità di Guadalupe Carney.
Ci dichiariamo in SOLIDARIETA’ ATTIVA con le vittime della repressione nel paese, e intendiamo dire che sono vittime nella misura in cui i danni contro le loro vite hanno dei responsabili, perciò reclamiamo GIUSTIZIA. Nel Bajo Aguàn ed in molti luoghi dell’Honduras uno di questi responsabili si chiama Miguel Facussé Barjum.
INTENDIAMO che questa situazione, che va deteriorandosi di giorno in giorno, si spiega solamente con l'interesse del sistema capitalistico, patriarcale e razzista, di sottomettere i popoli, spogliarli dei loro beni naturali e culturali e metterli al servizio delle nazioni del nord e delle sue multinazionali. Per rendere possibile questo saccheggio, lo si accompagna con un processo di militarizzazione, che in Honduras si fa sempre più presente attraverso l'occupazione militare straniera, che garantisce il colonialismo, l'oppressione e la violazione dei Diritti Umani, che qui viviamo con grande asprezza e brutalità.
RIBADIAMO la nostra volontà locale, nazionale ed internazionale a continuare la lotta contro i domini ed i colonialismi, attraverso tutte le forme organizzative cui diamo impulso per rifondare questa Madre Patria. In questa lotta, in modo fondamentale, i popoli indigeni e neri del paese c’incoraggiano col loro pensiero e la loro forza a fermare il saccheggio di terre, territori, acqua, boschi, furto di beni culturali ed altri beni della natura.
CONSIDERIAMO RESPONSABILI gli organismi finanziari internazionali, alleati dell'oligarchia golpista, di promuovere il saccheggio e la privatizzazione delle forme di vita del nostro paese.
L'Assemblea di questo evento si convoca a proseguire la lotta e ad esigere:
- La soluzione definitiva del conflitto agrario nel Bajo Aguàn senza negoziazioni indegne di compravendita della terra, che appartiene a contadini e contadine
- Libertà immediata per nostro fratello José Isabel Morales, recluso ingiustamente nel carcere di La Ceiba.
- Esigiamo l'archiviazione degli oltre 500 casi di persone processate a causa della lotta per la terra
- Esigiamo la smilitarizzazione totale ed immediata della zona dell'Aguán e di tutto il territorio nazionale
- Carcere e castigo per gli assassini ed aggressori del popolo honduregno, che lotta per la sua vita, la giustizia e la libertà per tutte e tutti.
- Sosteniamo il consolidamento dell'Osservatorio Permanente Internazionale dei Diritti Umani nell'Aguán, affinché, con le proposte fatte in questo incontro, continui insieme a tutte e tutti la lotta per la vita degna in questa zona.
- Esigiamo l'inchiesta immediata e la punizione dei responsabili dei massacri a Comayagua contro le persone che erano state private di libertà.
Questa Assemblea contraccambia, con uguale forza e convinzione, la solidarietà a tutti i popoli del mondo, che lottano contro la morte che il capitalismo tenta d’imporre da tutte le parti, ed afferma in modo particolare:
- Libertà per i cinque anti-terroristi cubani incarcerati nelle prigioni dell'impero.
- Esigiamo il ritiro delle truppe militari da Haiti.
- Solidarizziamo coi popoli indigeni di Panama in lotta per l'autonomia delle loro popolazioni e territori.
- Appoggiamo la lotta per la terra dei popoli indigeni e di donne e uomini contadini in tutto il Mesoamerica ed in tutta Abya Yala.
- Ripudiamo il capitalismo verde ed esigiamo giustizia climatica nel mondo
- Salutiamo i popoli del mondo, che con il loro grido indignato e dalle viscere del primo mondo capitalista, denunciano oggi questo sistema predatorio che condanna la maggioranza alla miseria.
- Come popolo honduregno continuiamo ad autoconvocarci in questo processo di rifondazione, che si consolida con questi eventi, in cui la parola e la solidarietà regnano sul silenzio della morte.
- Ci convochiamo a rafforzare la solidarietà con tutti i popoli, appoggiando l'evento internazionale che si realizzerà ad Haiti il prossimo luglio, dove le nostre giornate proseguiranno a partire da quest’anno.
Gli accordi approvati nell’assemblea plenaria dell'incontro sono:
- Creare comitati di solidarietà col popolo honduregno nei paesi, città o comunità di coloro che hanno partecipato all'incontro
- Creare il giorno internazionale di solidarietà col popolo honduregno, che sia il 28 giugno. In quel giorno realizzare attività in tutto il mondo di fronte alle ambasciate.
- Creare reti comunali, nazionali ed internazionali per i Diritti Umani
- Promuovere una campagna comunale, nazionale ed internazionale per i Diritti Umani nell’ambito della non-violenza attiva
- Creare una catena internazionale di radio comunitarie per denunciare le violazioni dei Diritti Umani
- Creare una commissione di honduregni ed honduregne che siano ambasciatori per denunciare le violazioni dei Diritti Umani in altri paesi, potenziali vittime della repressione e militarizzazione
- Creare un dossier d’informazione sulle violazioni dei Diritti Umani, tradotto in tutte le lingue,
- Che la stampa alternativa raccolga tutte le testimonianze possibili delle vittime di violazioni dei Diritti Umani e che le faccia conoscere in tutto il mondo
- Creare la scuola popolare dei Diritti Umani con parità di genere
- Dar seguito nazionale ed internazionale a questi accordi
- Appoggiare l'Osservatorio dei Diritti Umani del Bajo Aguàn e l'Osservatorio dei Diritti Umani dei popoli indigeni e neri dell’Honduras
- Fare una campagna di mobilitazione internazionale per la libertà d’Isabel Morales
- Creare condizioni in ogni paese per i rifugiati e rifugiate honduregne
- Divulgare materiali su misure di sicurezza per le persone che difendono i Diritti Umani
- Creare reti di difesa e protezione comunitaria
- Rafforzare l'Osservatorio Permanente dei Diritti Umani dell’Aguàn
- Contribuire all'installazione di radio comunitarie nei territori dell'Aguán
I POPOLI UNITI, NON SARANNO MAI VINTI
PER FAR TACERE LE ARMI, PARLINO I POPOLI
Tocoa, Colòn, 19 febbraio 2012
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Honduras: riflettori accesi sul Bajo Aguán
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Nell'Aguan nascerà il bambin gesù in mezzo alla repressione
L'osservatorio internazionale permanente di diritti umani nell'Aguan denuncia nuovamente il clima di repressione che prevale nella regione dell'Aguan, costa nord dell' Honduras.
Nella regione non c'è tregua per implementare la repressione, operativi militari ininterrotti contro la comunità
di Rigores e gli insediamenti contadini di Marañones nella sponda sinistra del fiume Aguan, in aggiunta ad un'incremento di guardie di sicurezza che transitano in pattuglie della polizia nazionale preventiva,
in comandi dell'esercito honduregno ed in veicoli privati senza targa per le strade della valle.
Negli ultimi giorni sono stati detenuti per lo meno cinque contadini di differenti organizzazioni così come
il sindaco municipale di Bonito Oriental e vari cittadini di differenti settori sociali con l'affanno di dimostrare
che i Comandos Xatruch stanno facendo qualcosa e davanti al fallimento militare della "Operazione Tumbador",
che fino ad oggi non ha trovato né i guerriglieri che assicuravano essere nell'Aguán né l'armamento poderoso
che si assicurava i contadini avessero in loro potere. L'ultimo contadino detenuto nel pomeriggio del 22 dicembre Feliciano Castellanos, non trovavano in che municipio giudicarlo, lo hanno prima trasportato a Tocoa,
dopo l'hanno portarono a Bonito Oriental per poi condurlo a Trujillo in questo stesso dipartimento
dove non hanno aspettato che trascorressero le 24 ore per indagare il detenuto e presentarlo in tribunale.
Dall'inizio di novembre i contadini di Rigores hanno denunciato che l'impresario Miguel Facusse costruisce,
nella parte superiore delle loro comunità e terre,un canale col quale pretende deviare una parte molto constistente del fiume Aguan denominato fiume Juaniquilapa,ciò li colpirebbe in futuro per rimanere esposti ad inondazioni,
fatto che nessuno ha preso in considerazione nonostante siano già accadute nella zona situazioni di questo tipo.
Oggi 24 dicembre in mattinata, il contadino Juan José Rialza, presidente dell'impresa Luz y Esperanza
del movimiento nacional recuperación Rigores,è stato vittima di un' attentato mentre con la sua famiglia si dirigeva verso il municipio di Sonaguera. Un veicolo é finito contro la sua autovettura con l'intenzione di scagliarlo verso il fiume rigores, Juan José é rimasto colpito e portato all'ospedale.
Alla maggior parte dei dirigenti contadini della sponda sinistra e destra del fiume Aguan non è loro permesso da parte dei sicari di uscire dalle loro comunità a comprare il cibo,come nel caso di Juan José.
Un'altra versione che i sicari e guardie hanno fatto circolare è che la resistenza ed i contadini piangono i loto morti a natale e primo gennaio, mentre per la comunità nueva vida del movimento contadino di Rigores persiste la minaccia di essere sgomberati nei prossimi giorni.
Oggi che i bambini del mondo giocano liberamente, in questo pezzo di terra i nostri bambini e bambine
stanno rinchiusi in attesa del momento nel quale il loro insediamento possa essere attaccato o sgomberato
e buttati in mezzo alla strada, oggi in ognuno degli insediamenti nascerà il bambino Gesù,
domani stesso sarà perseguito insieme ai suoi genitori per cacciarlo dalla terra dove nacque,
ma ciò dipende anche dalla tua solidarietà con l'Aguan. Qui non c'è natale felice in mezzo al clima di repressione
e terrore, ma persiste e si resiste con la speranza che ci sarà un domani migliore.
I nostri migliori auguri perché la vigilia di natale sia portatrice di pane ed acqua per le migliaia di famiglie dell'Honduras e del mondo che oggi non avranno niente sulle loro tavole e li possa ristabilire la pace
delle loro esistenze nonostante le enormi difficoltà che genera il vivere nella povertà e la miseria.
Perché la prossima Vigilia di Natale sia in realtà buona per tutti e tutte.
Perché la giustizia abbracci anche gli scalzi.
Perché il sentimento di amore del natale arrivi fino al tuo cuore solidale... e ci trasformi in migliori esseri umani.
Tocoa,Colon 24 dicembre 2011.
Wilfredo Paz
Portavoce dell'osservatorio permanente internazionale di diritti umani dell'Aguan, costa nord dell'Honduras.
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INVITO
Fratelli e sorelle,
Compagni e compagne,
Il nostro saluto a tutti e tutte,
Con la speranza e la voglia di continuare a costruire un Honduras in cui noi non siamo statistiche in aumento per violazione dei diritti umani, cercando soluzioni alla grave situazione umanitaria nella regione di lotte contadine della Valle dell’Aguán, stiamo facendo confluire gli sforzi di varie organizzazioni, affinché ci si riunisca sempre più tra honduregni ed honduregne per riesaminare le realizzazioni collettive di giustizia, dignità e vita, potendo fare affidamento sulla solidarietà internazionale, che ci riempia d’incoraggiamento, di tenerezza e ci renda forti nell’affrontare la sistematica violazione dei diritti umani, la militarizzazione e il saccheggio.
Ci fa molto piacere invitarvi a partecipare all'Incontro Internazionale dei Diritti Umani in Solidarietà con l’Honduras, che si svolgerà nel BajoAguán, dipartimento di Colòn, Honduras, dal 17 al 20 febbraio 2012.
In questo Incontro Internazionale ci proponiamo di:
- Evidenziare la continuità del colpo di Stato in Honduras e la sua espressione in tutto l'apparato istituzionale, responsabile dell'impunità e dell'acutizzazione della violenza statale.
- Rafforzare i vincoli solidali e di fratellanza tra lotte e popoli del mondo, a partire dall'azione comune dinnanzi alla grave situazione di violazione dei diritti umani in Honduras.
- Rendere visibile e denunciare la situazione di violazione dei diritti umani in Honduras, specialmente nel Bajo Aguán.
- Comprendere il vincolo tra militarizzazione, multinazionalizzazione, lotta per la terra e violazione dei diritti umani nella regione e nel paese.
- Rafforzare i vincoli solidali e di fratellanza tra lotte e popoli del mondo, a partire dall'azione comune dinnanzi alla grave situazione di violazione dei diritti umani in Honduras.
- Rendere visibile e denunciare la situazione di violazione dei diritti umani in Honduras, specialmente nel Bajo Aguán.
- Comprendere il vincolo tra militarizzazione, multinazionalizzazione, lotta per la terra e violazione dei diritti umani nella regione e nel paese.
Prima e dopo l'Incontro e nell’ambito di questa convocazione, si realizzeranno Brigate Nazionali ed Internazionali di Solidarietà presso le comunità ed insediamenti che vivono le condizioni più gravi. Tali Brigate di Solidarietà si costituiscono a partire dalla convinzione che la creatività, l'affetto attivo e la collettività vitale, abbiano il potere di smontare la cultura della violenza che sostiene la logica militare.
Svolgeranno compiti di prevenzione e protezione dei diritti umani negli insediamenti delle varie organizzazioni contadine sottoposte a repressione e sterminio. I periodi di permanenza delle brigate di solidarietà saranno definiti tra le persone delegate e l'Osservatorio.
Vi ricordiamo che l'arrivo a Tocoa, città principale del Bajo Aguàn, è stabilito per il 17, il 18 e 19 saranno giorni di lavoro pieno ed il 20 la partenza. L'Osservatorio coordinerà le Brigate di Solidarietà per coloro che vi proseguiranno.
Per ulteriori informazioni:
potete comunicare tramite l’indirizzo di posta elettronica: mioaguan2012@gmail.com
e seguire il blog: http://www.mioaguan.blogspot.com/
Per le Brigate di Solidarietà contattare direttamente:
Brigate Aguan - brigada.solidaridad.aguan@gmail.com |
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LETTERA APERTA AI POPOLI E GOVERNI DELLA NOSTRA AMERICA
11 novembre 2011
Fratelli e sorelle:
Siamo profondamente preoccupati e preoccupate per la gravità della situazione del movimento contadino del Bajo Aguan, nella regione settentrionale dell’Honduras. Giorno per giorno ci pervengono nuove denunce - alcune disperate - sui crimini subiti. Con una presenza militare e poliziesca fortemente intensificata negli ultimi tempi - la cui responsabilità nella repressione è ripetutamente segnalata - siamo convinti che è urgente agire per evitare conseguenze peggiori.
Ci tormenta in particolare la preoccupazione per i bambini e bambine del Bajo Aguan, che vivono in situazione di terrore: i traumi causati dalla repressione e dalla paura cui sono costantemente sottoposti, marcheranno la loro vita per sempre. Alcuni giorni fa, proprio quando iniziava l'Operativo militare Lampo, un gruppo di contadini e contadine di ritorno dal cimitero, dopo aver fatto visita alle tombe dei loro parenti e compagni contadini caduti nella lotta per la terra, sono stati assaliti, alcuni assassinati, altri feriti. I bambini e le bambine che li accompagnavano sono stati testimoni di quel brutale attacco.
Per questo alziamo la nostra voce di allerta e sollecitiamo una pronta ed efficace risposta da parte dei popoli, governi ed istituzioni della nostra America in difesa della vita e per porre le basi per una giusta risoluzione dei conflitti di fondo.
Alcuni precedenti
La gravità del problema fu denunciata lo scorso 24 ottobre, nell’ambito del 143º Periodo di Sessioni della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), in cui si documentò l'incremento di omicidi - 42 vittime tra uomini e donne, affiliati ad organizzazioni contadine, tra settembre 2009 ed ottobre 2011 -, di persecuzioni, minacce ed intimidazioni contro circa 3.500 famiglie contadine che reclamano il diritto alla terra e all'alimentazione. Esse sono totalmente indifese di fronte alla criminale repressione e al saccheggio da parte dell'oligarchia honduregna, fondamentalmente legata in quella zona alla produzione di palma da olio e strettamente vincolata al regime politico instaurato dopo il colpo di stato del 2009. A tali omicidi si aggiungono i processi giudiziari contro oltre 160 contadini (iniziati fino a luglio del 2011), gli sgomberi forzati e la distruzione delle abitazioni e mezzi di sussistenza d’interi villaggi.
Stando ai rapporti e alle denunce pubbliche disponibili, nel paese vi sono oltre 600.000 famiglie prive di terra, senza che esista da parte dello Stato honduregno una strategia agraria per risolvere la grave problematica sociale. Il conflitto agrario in Honduras si catalizzò a causa della Legge di Modernizzazione Agricola nell'anno 1992, che permise di elevare i limiti esistenti di proprietà della terra, dando luogo ad enormi piantagioni concentrate, nel Bajo Aguan, in mano a proprietari terrieri come Miguel Facussé, Reynaldo Canales e René Morales Carazo.
Invece di rispondere a questa situazione di violazioni gravi e sistematiche dei diritti economici, sociali e culturali della popolazione, l’attuale governo ha avviato l'operazione congiunta Xatruch II, che dalla metà di agosto ha dispiegato nella zona circa 1000 effettivi, tra esercito e polizia, della Forza Navale e del Battaglione di Fanteria con sede nell’Aguan. Ha iniziato l'Operativo Lampo a partire da novembre 2011, con la giustificazione di "diminuire l'ondata di omicidi e sequestri nel paese".
In tale contesto emergono nella zona gravi ed allarmanti denunce, che segnalano la partecipazione di agenti dell'Operazione Xatruch II nelle torture di contadini; l'assistenza all'esercito e alle guardie private dei latifondisti da parte di marines nordamericani e paramilitari colombiani; la presenza di paramilitari messicani legati al narcotraffico, noti come “los zetas”.
Ironicamente, mentre la morte ed il terrore continuano a percorrere i campi del Bajo Aguan, il regime criminalizza la lotta contadina ed accresce la militarizzazione del territorio, il suo titolare Porfirio Lobo assicura che si sta progredendo nel processo di pacificazione e riconciliazione del paese, ottenendo così che l'Organizzazione degli Stati Americani (OEA) ed altre istanze internazionali riammettano lo Stato dell’Honduras come membro attivo con pieni diritti. Allo stesso modo approvano a briglia sciolta piani ambiziosi d’investimento, indebitamento ed occupazione territoriale del paese, allo scopo di rendere più penetranti saccheggio e depredazione. Lungi dal conseguire quella pacificazione e riconciliazione, il popolo honduregno patisce i contraccolpi di un sistema collassato.
La Polizia Nazionale, che ha la responsabilità di proteggere la popolazione dai criminali, viene scossa dalla crisi più profonda della sua storia, segnalata per la sua incapacità di perseguire il reato ed i delinquenti, le sue violazioni dei diritti umani, la collusione di molti dei suoi membri col traffico di droga, col crimine organizzato, coi delitti su commissione.
Invece di porre fine ai crimini, che si moltiplicano ogni anno per mille - e che pongono l’Honduras come uno dei paesi più violenti del mondo secondo lo Studio Globale sugli Omicidi (2011) dell'Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga ed il Crimine (UNODC) - la polizia honduregna attacca senza pietà la popolazione; tra le sue vittime principali i contadini del Bajo Aguan, data la loro tenacia nella lotta per la terra.
Risposte scriteriate
In questo panorama, le risposte della comunità internazionale tendono più ad aggravare i conflitti che a risolverli. Oltre alla piena riammissione dell'Honduras nell'Organizzazione degli Stati Americani, ignorando l'ondata repressiva scatenata e la mancanza di difesa giuridica, derivanti dal collasso del sistema giudiziario e dall'impunità regnante, gli USA hanno palesemente incrementato la loro presenza, l’addestramento e le spese militari nel paese, aprendo perfino tre nuove basi militari nel periodo successivo al golpe del 2009.
A partire da giugno di quest’anno e col concorso della Banca Interamericana di Sviluppo (BID), della Banca Mondiale, degli USA e di altri, con la scusa di una nuova Iniziativa Regionale Centroamericana di Sicurezza, che si suppone volta a combattere meglio il narcotraffico ed altre forme di crimine organizzato, si sta consolidando un forte supporto ed approvvigionamento proprio ai settori che maggiormente vi sono implicati. Questa nuova multinazionalizzazione di un concetto assai speciale di sicurezza, sempre sotto il dominio USA, ha già molti precedenti nel paese e nella regione, vedasi il "capitolo sicurezza" annesso al NAFTA, i cui risultati in Messico sono evidenti.
E nemmeno se ne possono ignorare i legami con le politiche d’investimento, indebitamento e controllo del territorio nel Bajo Aguan e nelle zone costiere Garífuna, oltre ad altre zone dell’Honduras: cercano d’imporre i loro progetti di saccheggio ridipinti come "energia rinnovabile", " rimboschimento ecologico" e "turismo sostenibile", passando sopra la resistenza delle popolazioni che vedono le proprie possibilità di vita sempre più violentate.
Le nostre richieste
Per le suddette ragioni:
- Ci rivolgiamo ai presidenti e presidentesse latinoamericani e caraibici, tra cui coloro che hanno approvato il reingresso dell’Honduras all'OEA, per chiedere che i loro governi si rendano presenti nel Bajo Aguan, designando un rappresentante delle loro ambasciate a recarsi nella regione, a compiere gli sforzi necessari per fermare la sistematica aggressione ed assassinio contro uomini e donne contadine. Chiediamo di sospendere ogni aiuto finanziario al governo, specialmente se destinato alle Segreterie della Difesa e della Sicurezza Pubblica. Chiediamo di sospendere ogni cooperazione internazionale diretta a rafforzare l'Esercito e la Polizia Nazionale e a sostenere l'intervento straniero, sia in qualità di prestito che di donazione.
- Ci rivolgiamo all'Organizzazione degli Stati Americani, per chiedere che proceda con urgenza a nominare una Commissione di Verifica della situazione del Bajo Aguan, con l’appoggio della Commissione Interamericana di Diritti Umani (CIDH).
- Ci rivolgiamo all'Organizzazione delle Nazioni Unite, per sollecitare l’invio di Relatori Speciali nel paese per constatare le denunce delle popolazioni colpite sul luogo dei fatti.
- Ci rivolgiamo alle Istituzioni Finanziarie Internazionali, agli investitori e cosiddetti "donatori" internazionali, affinché sospendano ogni operazione che danneggia la regione, finché necessità e legittimità ne siano comprovate secondo la prospettiva dei diritti delle comunità colpite.
- Ci rivolgiamo alle autorità honduregne, per esigere il rispetto degli impegni assunti di fronte alla comunità internazionale di:
1) Tutelare i diritti umani: fornendo protezione alle persone e comunità a rischio; investigando e sanzionando i crimini commessi e punendo i responsabili; smettendo di criminalizzare i movimenti contadini e garantire l'impunità ai grandi proprietari terrieri.
2) Progredire, come Stato, nella soluzione della grave problematica agraria che colpisce i contadini honduregni: cessando gli sgomberi forzati; garantendo il diritto alla terra, all'educazione, alla salute, all'abitazione dei contadini e contadine organizzate; impedendo l'avanzamento del settore agroindustriale al di sopra della sovranità alimentare, così come la concessione e consegna del territorio e del patrimonio naturale senza l'obbligatoria consultazione previa ed informata dei danneggiati.
3) Smilitarizzazione della regione: sospendere gli operativi militari; mettere fine alla presenza militare straniera.
- Per concludere, ci rivolgiamo ai popoli del continente, affinché stiano all'erta riguardo alla situazione di grave pericolo presente in Honduras e specialmente nella zona del Bajo Aguan, affinchè attivino la solidarietà, condividendo le varie iniziative delle organizzazioni popolari della regione, come l'Osservatorio Internazionale dei Diritti Umani per l’Aguan e le brigate di solidarietà.
È urgente bloccare il massacro nel Bajo Aguan!
PER ADERIRE: jubileosur@gmail.com
Siamo profondamente preoccupati e preoccupate per la gravità della situazione del movimento contadino del Bajo Aguan, nella regione settentrionale dell’Honduras. Giorno per giorno ci pervengono nuove denunce - alcune disperate - sui crimini subiti. Con una presenza militare e poliziesca fortemente intensificata negli ultimi tempi - la cui responsabilità nella repressione è ripetutamente segnalata - siamo convinti che è urgente agire per evitare conseguenze peggiori.
Ci tormenta in particolare la preoccupazione per i bambini e bambine del Bajo Aguan, che vivono in situazione di terrore: i traumi causati dalla repressione e dalla paura cui sono costantemente sottoposti, marcheranno la loro vita per sempre. Alcuni giorni fa, proprio quando iniziava l'Operativo militare Lampo, un gruppo di contadini e contadine di ritorno dal cimitero, dopo aver fatto visita alle tombe dei loro parenti e compagni contadini caduti nella lotta per la terra, sono stati assaliti, alcuni assassinati, altri feriti. I bambini e le bambine che li accompagnavano sono stati testimoni di quel brutale attacco.
Per questo alziamo la nostra voce di allerta e sollecitiamo una pronta ed efficace risposta da parte dei popoli, governi ed istituzioni della nostra America in difesa della vita e per porre le basi per una giusta risoluzione dei conflitti di fondo.
Alcuni precedenti
La gravità del problema fu denunciata lo scorso 24 ottobre, nell’ambito del 143º Periodo di Sessioni della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), in cui si documentò l'incremento di omicidi - 42 vittime tra uomini e donne, affiliati ad organizzazioni contadine, tra settembre 2009 ed ottobre 2011 -, di persecuzioni, minacce ed intimidazioni contro circa 3.500 famiglie contadine che reclamano il diritto alla terra e all'alimentazione. Esse sono totalmente indifese di fronte alla criminale repressione e al saccheggio da parte dell'oligarchia honduregna, fondamentalmente legata in quella zona alla produzione di palma da olio e strettamente vincolata al regime politico instaurato dopo il colpo di stato del 2009. A tali omicidi si aggiungono i processi giudiziari contro oltre 160 contadini (iniziati fino a luglio del 2011), gli sgomberi forzati e la distruzione delle abitazioni e mezzi di sussistenza d’interi villaggi.
Stando ai rapporti e alle denunce pubbliche disponibili, nel paese vi sono oltre 600.000 famiglie prive di terra, senza che esista da parte dello Stato honduregno una strategia agraria per risolvere la grave problematica sociale. Il conflitto agrario in Honduras si catalizzò a causa della Legge di Modernizzazione Agricola nell'anno 1992, che permise di elevare i limiti esistenti di proprietà della terra, dando luogo ad enormi piantagioni concentrate, nel Bajo Aguan, in mano a proprietari terrieri come Miguel Facussé, Reynaldo Canales e René Morales Carazo.
Invece di rispondere a questa situazione di violazioni gravi e sistematiche dei diritti economici, sociali e culturali della popolazione, l’attuale governo ha avviato l'operazione congiunta Xatruch II, che dalla metà di agosto ha dispiegato nella zona circa 1000 effettivi, tra esercito e polizia, della Forza Navale e del Battaglione di Fanteria con sede nell’Aguan. Ha iniziato l'Operativo Lampo a partire da novembre 2011, con la giustificazione di "diminuire l'ondata di omicidi e sequestri nel paese".
In tale contesto emergono nella zona gravi ed allarmanti denunce, che segnalano la partecipazione di agenti dell'Operazione Xatruch II nelle torture di contadini; l'assistenza all'esercito e alle guardie private dei latifondisti da parte di marines nordamericani e paramilitari colombiani; la presenza di paramilitari messicani legati al narcotraffico, noti come “los zetas”.
Ironicamente, mentre la morte ed il terrore continuano a percorrere i campi del Bajo Aguan, il regime criminalizza la lotta contadina ed accresce la militarizzazione del territorio, il suo titolare Porfirio Lobo assicura che si sta progredendo nel processo di pacificazione e riconciliazione del paese, ottenendo così che l'Organizzazione degli Stati Americani (OEA) ed altre istanze internazionali riammettano lo Stato dell’Honduras come membro attivo con pieni diritti. Allo stesso modo approvano a briglia sciolta piani ambiziosi d’investimento, indebitamento ed occupazione territoriale del paese, allo scopo di rendere più penetranti saccheggio e depredazione. Lungi dal conseguire quella pacificazione e riconciliazione, il popolo honduregno patisce i contraccolpi di un sistema collassato.
La Polizia Nazionale, che ha la responsabilità di proteggere la popolazione dai criminali, viene scossa dalla crisi più profonda della sua storia, segnalata per la sua incapacità di perseguire il reato ed i delinquenti, le sue violazioni dei diritti umani, la collusione di molti dei suoi membri col traffico di droga, col crimine organizzato, coi delitti su commissione.
Invece di porre fine ai crimini, che si moltiplicano ogni anno per mille - e che pongono l’Honduras come uno dei paesi più violenti del mondo secondo lo Studio Globale sugli Omicidi (2011) dell'Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga ed il Crimine (UNODC) - la polizia honduregna attacca senza pietà la popolazione; tra le sue vittime principali i contadini del Bajo Aguan, data la loro tenacia nella lotta per la terra.
Risposte scriteriate
In questo panorama, le risposte della comunità internazionale tendono più ad aggravare i conflitti che a risolverli. Oltre alla piena riammissione dell'Honduras nell'Organizzazione degli Stati Americani, ignorando l'ondata repressiva scatenata e la mancanza di difesa giuridica, derivanti dal collasso del sistema giudiziario e dall'impunità regnante, gli USA hanno palesemente incrementato la loro presenza, l’addestramento e le spese militari nel paese, aprendo perfino tre nuove basi militari nel periodo successivo al golpe del 2009.
A partire da giugno di quest’anno e col concorso della Banca Interamericana di Sviluppo (BID), della Banca Mondiale, degli USA e di altri, con la scusa di una nuova Iniziativa Regionale Centroamericana di Sicurezza, che si suppone volta a combattere meglio il narcotraffico ed altre forme di crimine organizzato, si sta consolidando un forte supporto ed approvvigionamento proprio ai settori che maggiormente vi sono implicati. Questa nuova multinazionalizzazione di un concetto assai speciale di sicurezza, sempre sotto il dominio USA, ha già molti precedenti nel paese e nella regione, vedasi il "capitolo sicurezza" annesso al NAFTA, i cui risultati in Messico sono evidenti.
E nemmeno se ne possono ignorare i legami con le politiche d’investimento, indebitamento e controllo del territorio nel Bajo Aguan e nelle zone costiere Garífuna, oltre ad altre zone dell’Honduras: cercano d’imporre i loro progetti di saccheggio ridipinti come "energia rinnovabile", " rimboschimento ecologico" e "turismo sostenibile", passando sopra la resistenza delle popolazioni che vedono le proprie possibilità di vita sempre più violentate.
Le nostre richieste
Per le suddette ragioni:
- Ci rivolgiamo ai presidenti e presidentesse latinoamericani e caraibici, tra cui coloro che hanno approvato il reingresso dell’Honduras all'OEA, per chiedere che i loro governi si rendano presenti nel Bajo Aguan, designando un rappresentante delle loro ambasciate a recarsi nella regione, a compiere gli sforzi necessari per fermare la sistematica aggressione ed assassinio contro uomini e donne contadine. Chiediamo di sospendere ogni aiuto finanziario al governo, specialmente se destinato alle Segreterie della Difesa e della Sicurezza Pubblica. Chiediamo di sospendere ogni cooperazione internazionale diretta a rafforzare l'Esercito e la Polizia Nazionale e a sostenere l'intervento straniero, sia in qualità di prestito che di donazione.
- Ci rivolgiamo all'Organizzazione degli Stati Americani, per chiedere che proceda con urgenza a nominare una Commissione di Verifica della situazione del Bajo Aguan, con l’appoggio della Commissione Interamericana di Diritti Umani (CIDH).
- Ci rivolgiamo all'Organizzazione delle Nazioni Unite, per sollecitare l’invio di Relatori Speciali nel paese per constatare le denunce delle popolazioni colpite sul luogo dei fatti.
- Ci rivolgiamo alle Istituzioni Finanziarie Internazionali, agli investitori e cosiddetti "donatori" internazionali, affinché sospendano ogni operazione che danneggia la regione, finché necessità e legittimità ne siano comprovate secondo la prospettiva dei diritti delle comunità colpite.
- Ci rivolgiamo alle autorità honduregne, per esigere il rispetto degli impegni assunti di fronte alla comunità internazionale di:
1) Tutelare i diritti umani: fornendo protezione alle persone e comunità a rischio; investigando e sanzionando i crimini commessi e punendo i responsabili; smettendo di criminalizzare i movimenti contadini e garantire l'impunità ai grandi proprietari terrieri.
2) Progredire, come Stato, nella soluzione della grave problematica agraria che colpisce i contadini honduregni: cessando gli sgomberi forzati; garantendo il diritto alla terra, all'educazione, alla salute, all'abitazione dei contadini e contadine organizzate; impedendo l'avanzamento del settore agroindustriale al di sopra della sovranità alimentare, così come la concessione e consegna del territorio e del patrimonio naturale senza l'obbligatoria consultazione previa ed informata dei danneggiati.
3) Smilitarizzazione della regione: sospendere gli operativi militari; mettere fine alla presenza militare straniera.
- Per concludere, ci rivolgiamo ai popoli del continente, affinché stiano all'erta riguardo alla situazione di grave pericolo presente in Honduras e specialmente nella zona del Bajo Aguan, affinchè attivino la solidarietà, condividendo le varie iniziative delle organizzazioni popolari della regione, come l'Osservatorio Internazionale dei Diritti Umani per l’Aguan e le brigate di solidarietà.
È urgente bloccare il massacro nel Bajo Aguan!
PER ADERIRE: jubileosur@gmail.com
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Dichiarazione dell'osservatorio internazionale permanente dell'Aguan
Il Movimento sociale Honduregno, le organizzazioni campesine dell'Aguan, il fronte Nazionale di resistenza Popolare di Colon e le organizzazioni Internazionali dei Diritti Umani che partecipano all'inaugurazione di questo osservatorio dei Diritti Umani di fronte alla Comunità Nazionale e Internazionale dichiariamo: difesi dalla carta fondamentale dei Diritti Umani approvata per le organizzazione delle Nazioni Unite e dei trattati internazionali che difendono i diritti fondamentali dei popoli, in modo particolare i trattati che difendono i diritti delle popolazioni originarie e minacciate e con il sostegno della costituzione Honduregna, negli articoli 59, 60 e 61 che dichiarano: la costituzione garantisce a honduregni e stranieri residenti nel paese il diritto alla inviolabilità della vita, alla sicurezza individuale, alla libertà, all'uguaglianza di fronte alla legge e alla proprietà; dell'articolo 64 che stabilisce che il diritto alla vita è inviolabile: dell'articolo 66 proibisce la pena di morte e tutto quello che si riferisce alle dichiarazioni, diritti e garanzie individuali difesi nei principi di autodeterminazione dei popoli e dell'esercizio della sovranità popolare; di fronte alla continua violazione dei Diritti Umani nel dipartimento Honduregno di Colon e nella costa atlantica dell'Honduras, denunciamo in modo particolare il clima di terrore, persecuzione e omicidio nei confronti dei gruppi di contadini della regione e il pericolo continuo che si trovano ad affrontare i difensori dei Diritti Umani, minacciati dagli organi di giustizia, da imprenditori e latifondisti come Miguel Facussè, Reynaldo Canales y Renè Morales, appoggiati da un esercito di guardie di sicurezza e sicari. Questi latifondisti protetti dalla decisione politica dell'Istituto Nazionale Agrario guidato dal ministro Cesar Ham, e con l'appoggio de presidente della Repubblica Porfirio Lobo Soca e i ministri i Sicurezza e Difesa, stanno rendendo operativa la terza militarizzazione della zona del Bajo Aguàn, denominata “Xatruch II”, utilizzando armamento convenzionale per la guerra terrestre, come elicotteri e aerei con armi distruttive pronte all'uso. Lo scenario che si presenta nella zona dal 9 Dicembre del 2009, data nella quale si acutizzò il conflitto agrario nell'Aguàn, ha le seguenti caratteristiche:
ñ criminalizzazione della lotta per i Diritti Umani e soprattutto la lotta per la terra promossa dalle organizzazioni contadine, strategia politica che si applica dal Colpo di Stato in Honduras il 28 Giugno 2009 e che si approfondirà nei prossimi mesi quando la Corte Suprema di Giustizia , aspettando il ricorso della Federazione degli Allevatori e Agricoltori dell'Honduras prescriverà definitivamente il decreto 18-2008, decreto che favoriva i processi di mediazione tra lo stato e i latifondisti per risolvere i conflitti agrari. Con questa decisione si prevedono sfratti per migliaia di famiglie che da molti anni sono in possesso della terra, senza mai essere riusciti ad ottenere il titolo di proprietà, sfratti di popolazioni originarie dalla loro terra ancestrale per costruire “città modello” con cittadini e capitale straniero, in un evidente violazione della sovranità nazionale, costituendo uno stato nello stato. Al fine di criminalizzare la lotta sono state promosse campagne di diffamazione contro i movimenti contadini dell'Aguàn i dirigenti del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare di questa zona. La Segreteria di Sicurezza del governo accusa falsamente di forte armamento i contadini che vengono etichettati come guerriglieri, come delinquenti e banditi, attraverso i mezzi di comunicazione dell'oligarchia honduregna e internazionali, mantenendo l'isolamento mediatico, in modo che il resto del mondo non si renda conto dello sterminio della popolazione contadina dell'Aguàn.
ñ L'assassinio dei contadini di differenti organizzazioni, raggiunge la cifra record di 46 agricoltori morti nel processo del conflitto agrario, senza che i responsabili della giustizia svolgano il loro dovere e ancora una volta prevale l'impunità.
ñ Sgomberi generalizzati imposizione del copri fuoco o obbligo di residenza per gli insediamenti della Guadalupe Carney nel Dicembre 2010, al meno tre mesi di sgomberi continui per il movimento di recupero delle terre di Rigores e il movimento di Recupero Nazionale di Rigores dal mese di Giugno fino al mese di Novembre del 2011, in queste comunità con le sgomberi hanno imposto un clima di terrore, dove hanno bruciato e distrutto tutte le case, distruggendo coltivazioni, bruciando scuole e chiese, hanno sequestrato contadini adulti, giovani e bambini e hanno applicato metodi violenti di tortura fisica e di tortura psicologica.
ñ Negli ultimi mesi, polizia, militari dell'esercito honduregno, guardie si sicurezza e sicari, che generalmente sono a viso coperto hanno sperimentato sgomberi di massa in due occasioni per l'insediamento del Movimento Unificado Campesino del Aguan (MUCA), deciso con il consenso dello stato e dell'attuale governo; nell'insediamento di Marañones in due azioni, gli insediamenti del MUCA della parte destra del fiume Aguàn, La Confianza, La Aurora e La Lempira; nelle dichiarazioni del colonnello Espinal, facente funzione di comandante dell'Operazione “Xatruch II” manifestò che in tutti gli insediamenti sarebbe intervenuto per un disarmo generale.
ñ Attacchi armati contro degli insediamenti contadini provocando morti e feriti. Guardie private e Polizia, menbri dell'esercito si collocano strategicamente nelle vicinanze delle piantagioni di palma aficana recuperate dai contadini e iniziano attacchi con proiettili veri su uomini e donne, come nel caso del contadino Caferino Zelaya, ucciso nelle terre dell'insediamento La Aurora e Catarino Efrain Lòpez e José Luis Lemus, del Movimento Campesino MARCA. Popolazioni di contadini di vari insediamenti, vivono nelle loro case come se fossero in carcere, di fronte il timore e la minaccia permanente di essere uccisi.
ñ Sequestri di contadini, alcuni dei quali scomparsi; come nel caso di Farncisco Pascual Lòpez, dove la popolazione contadine di Rigores, afferma che guardie di sicurezza gli spararono e misero il suo corpo insaguinato nelle coltivazioni di palma africana di Miguel Facussé, il giovane Olvin Gallegos di 18 anni e Secundino Gomez, furono sequestrati al loro domicilio Domenica 29 Maggio 2011, ancora rimangono scomparsi. Segundo Mendoza, del movimento di Rigores, sequestrato il 14 Ottobre, comparve ucciso nelle celle mortuarie della città di La Ceiba nel dipartimento di Atlàntida, al corpo mancava una mano. Lo stesso 14 ottobre 2011, fù sequestrato il contadino Carlos Alberto Hernandez Ramons nelle prime ore della sera, appartenente al Movimento di Rigores da una pattuglia della Polizia Nazionale Preventiva, che lo portò dall'entrata della comunità di Rigores fino alla stazione di polizia di Sonaguera, fù picchiato e torturato per 24 ore, uscendo sotto la minaccia che se en avesse parlato sarebbero tornati a cercarlo.
ñ Trenta dirigenti conatdini e dirigenti del FNRP come difensori dei Diritti Umani sono stati minacciati di morte e inseguiti da persone armate su veicoli senza targa
ñ Operazioni militari nei pressi degli Insediamenti, dove i militari sono muniti di una lista di pù di 300 ordini di cattura da parte del tribunale del dipartimento di Colòn. In queste operazioni tengono in stato di fermo le persone fino a due ore, gli chiedono soldi e fino a che li ottengono non le lasciano libere, cercano armi e stranieri.
ñ Il governo da la colpa agli accordi e contratti fino ad ora firmati con i contadini, per cui non si intravvede una soluzione immediata al conflitto agrario e più di duemila uomini armati proteggono i latifondisti e permarranno finchè non sia “pacificata la regione”
Di fronte a questo panorama che mette a rischio la già precaria situazione dei Diritti Umani della popolazione del Aguàn e soprattutto la popolazione contadina, abbiamo deciso:
1. Di difendere il diritto alla vita come diritto fondamentale, difendere i diritti umani di uomini, donne, bambini e bambine che vivono sotto la pressione costante della repressione e dell'insicurezza.
2. Essere presenti in sfratti forzati, sgomberi e interventi militari nel ruolo di chi reclama i diritti dei popoli e di una riforma agraria.
3. Assicurare la protezione alla polpolazione e alle persone che sono minacciate, che soffrono persecuzioni e sono oggetto permanente di repressione.
4. Accompagnare nella difesa legale, nell'assisenza medica e nei processi legali legati al conflitto agrario.
5. Denunciare a livello nazionale e internazionale la violazione dei Diritti Umani nella regione, nviando segnalazioni e creando meccanismi di risposta immediata.
6. Denunciare alle istituzioni giuridiche nazionali e internazionali, chi viola i Diritti Umani in questa regione dell' Honduras.
7. Convochiamo le organizzazioni dei Diritti Umani, i movimenti sociali nazionali dell'America Latina e di tutto il mondo e personalità impegnate nella difesa dei Diritti Umani e nello sviluppo della Pace attraverso lo sviluppo sociale e umano all'incontro internazionale dei diensori dei Diritti Umani, evento che si svolgerà in questa regione del Aguàn dal 17 al 21 di Febbraio 2012
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